Sul web circola un video-messaggio firmato da nomi importanti della musica e della discografia. Battiato, Caselli, Vecchioni, Gino Paoli, tutti schierati a favore della libera circolazione di contenuti sul web, ma compatti contro la pirateria e i danni che la duplicazione illegale di musica porta all'industria. Numeri veri, crisi certificate con fabbriche di (purtroppo desueti) cd che chiudono, con lavoratori che restano senza impiego in un contesto produttivo che, nonostante i buoni successi delle vendite online, sembra faticare molto nel rinnovarsi. Uno scenario che oltre a problemi per gli artisti affermati, porta difficoltà anche per i giovani. Sono un pirata, sono un signore. Forse è per questo che il sito pirata per eccellenza, Pirate Bay, lo scorso gennaio ha tentato un'iniziativa inedita: dare spazio in homepage agli artisti emergenti con il progetto "The Promo Bay". Ovvero, visibilità in cambio di poco o nulla, agli artisti si chiede solo di offrire qualcosa di gratuito. Un'altra idea della "baia dei pirati", dopo la possibilità di scaricare oggetti fisici e il progetto di diffondere il sito con satelliti e droni.
Un'offerta che non si poteva rifiutare, visto l'altissimo numeri di contatti del sito, tutti fatti grazie alla quantità di link a materiale pirata presente negli archivi. E la risposta è stata sorprendente: oltre 5000 proposte, la stragrande maggioranza musicisti. Che hanno guadagnato quello che cercavano: visibilità, con numerosi contatti YouTube, Facebook e download dei brani. Ora a Pirate Bay dovranno selezionare tra le migliaia di proposte, ma già si pensa a un rilancio allaragando la partecipazione ad altre forme d'arte.Il futuro è gratuito? La pirateria non sembra essere un problema delle nuove generazioni di artisti. Magari lo diventerà in futuro, ma non è facile dirlo oggi. Perché sarà un futuro in cui comunque la tecnologia avrà rivoluzionato le categorie produttive e distributive, in cui la qualità delle opere sarà molto facilmente scollegabile dagli investimenti economici intrapresi per la produzione. L'importante per questi nuovi artisti è costruire visibilità e un produrre un catalogo. In una parola, auto-prodursi.
Così, anche se un domani la percentuale di musica venduta sarà ancora minore rispetto a quella diffusa o regalata, l'industria, se sopravviverà, lo avrà fatto cambiando forma e mezzi, e vendendo altro dai dischi: il progetto, l'artista, l'idea.
Il successo dell'iniziativa di Pirate Bay è un tornasole per capire come anche il concetto stesso di successo sia profondamente in mutazione. Uno su mille ce la fa, come sempre, ma sarà quell'uno che ha capito che per arrivare al mainstream tra decine di migliaia di proposte, bisogna essere capaci di captare la direzione del vento.
E inevitabilmente nell'epoca digitale, un successo su Piratebay può rendere molto più di un passaggio tv in prima serata, perché esprime un collegamento, un link a quanto l'artista ha realizzato fino a quel momento. Con tutto un mondo da scoprire dietro, come accadeva qualche anno fa aprendo le copertine degli Lp.
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Farfallina Bianca / Blog
Emergenti su Pirate Bay? Artisti dove siete?!?
Sul web circola un video-messaggio firmato da nomi importanti della musica e della discografia. Battiato, Caselli, Vecchioni, Gino Paoli, tutti schierati a favore della libera circolazione di contenuti sul web, ma compatti contro la pirateria e i danni che la duplicazione illegale di musica porta all'industria. Numeri veri, crisi certificate con fabbriche di (purtroppo desueti) cd che chiudono, con lavoratori che restano senza impiego in un contesto produttivo che, nonostante i buoni successi delle vendite online, sembra faticare molto nel rinnovarsi. Uno scenario che oltre a problemi per gli artisti affermati, porta difficoltà anche per i giovani. Sono un pirata, sono un signore. Forse è per questo che il sito pirata per eccellenza, Pirate Bay, lo scorso gennaio ha tentato un'iniziativa inedita: dare spazio in homepage agli artisti emergenti con il progetto "The Promo Bay". Ovvero, visibilità in cambio di poco o nulla, agli artisti si chiede solo di offrire qualcosa di gratuito. Un'altra idea della "baia dei pirati", dopo la possibilità di scaricare oggetti fisici e il progetto di diffondere il sito con satelliti e droni. Un'offerta che non si poteva rifiutare, visto l'altissimo numeri di contatti del sito, tutti fatti grazie alla quantità di link a materiale pirata presente negli archivi. E la risposta è stata sorprendente: oltre 5000 proposte, la stragrande maggioranza musicisti. Che hanno guadagnato quello che cercavano: visibilità, con numerosi contatti YouTube, Facebook e download dei brani. Ora a Pirate Bay dovranno selezionare tra le migliaia di proposte, ma già si pensa a un rilancio allaragando la partecipazione ad altre forme d'arte.Il futuro è gratuito? La pirateria non sembra essere un problema delle nuove generazioni di artisti. Magari lo diventerà in futuro, ma non è facile dirlo oggi. Perché sarà un futuro in cui comunque la tecnologia avrà rivoluzionato le categorie produttive e distributive, in cui la qualità delle opere sarà molto facilmente scollegabile dagli investimenti economici intrapresi per la produzione. L'importante per questi nuovi artisti è costruire visibilità e un produrre un catalogo. In una parola, auto-prodursi. Così, anche se un domani la percentuale di musica venduta sarà ancora minore rispetto a quella diffusa o regalata, l'industria, se sopravviverà, lo avrà fatto cambiando forma e mezzi, e vendendo altro dai dischi: il progetto, l'artista, l'idea. Il successo dell'iniziativa di Pirate Bay è un tornasole per capire come anche il concetto stesso di successo sia profondamente in mutazione. Uno su mille ce la fa, come sempre, ma sarà quell'uno che ha capito che per arrivare al mainstream tra decine di migliaia di proposte, bisogna essere capaci di captare la direzione del vento. E inevitabilmente nell'epoca digitale, un successo su Piratebay può rendere molto più di un passaggio tv in prima serata, perché esprime un collegamento, un link a quanto l'artista ha realizzato fino a quel momento. Con tutto un mondo da scoprire dietro, come accadeva qualche anno fa aprendo le copertine degli Lp.
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